I SEGRETI DI KUNZE, LEVAY & FRIENDS



Francesco Moretti intervista Bruno Grassini

Sylvester Levay e Michael Kunze

Parco di Miramare (Trieste), 21 luglio 2004 - Cronaca di una serata di spettacolo e mondanità. La prima italiana di Elisabeth si è chiusa con un vero e proprio trionfo: quindici minuti di applausi, acclamazioni, bis annunciati… e siamo appena a metà! Perché nel piccolo porticciolo ai piedi del Castello, che si raggiunge da due scalinate scenografiche, è stato allestito un elegante e succulento buffet per festeggiare nel migliore dei modi l'evento. Con la - debole - complicità di Franco Travaglio (autore delle traduzioni dello spettacolo, n.d.w.) letteralmente in sollucchero di fronte al successo della serata, tento timidamente di dribblare giornalisti RAI, dell'austriaca ORF e della carta stampata per raggiungere e fare qualche domanda agli invitati eccellenti: gli autori Michael Kunze e Sylvester Levay. L'emozione è tanta, la padronanza dell'inglese è appena sufficiente… Ce la farò? Il primo che mi capita a tiro, nell'attesa di "pizzicare" gli autori che passano allegramente da un'intervista a un bicchiere di spumante, è invece Bruno Grassini, l'eclettico e sorprendente interprete di Luigi Lucheni, l'anarchico che ha ucciso la principessa.

Quali sono le tue impressioni dopo questo debutto in Italia?
"Dopo 10 anni di carriera nell'area di lingua tedesca questo è veramente il mio debutto in Italia, e le impressioni e le sensazioni non sono ancora riuscito a 'schedarle' in me, sono talmente intense! E poi qui a Miramare e Trieste, dove avevo studiato lingue per sei anni, le emozioni sono state veramente tante, tante e dense!".
Ma perché te ne sei andato in Austria?
"Perché è scoppiata questa passione per il musical, 12 anni fa, e avevo già preso possesso della lingua tedesca dal punto di vista tecnico... perciò ho provato a fare l'ammissione al Conservatorio di Vienna e mi sono detto che se andava bene era il segno che avrei dovuto rimanere là, sennò... c'erano solo otto posti e qualche centinaio di partecipanti alla selezione, e mi hanno preso! Così me ne sono andato a Vienna."

Nel tuo curriculum ci sono musical davvero invidiabili, soprattutto per i titoli e per i ruoli... come sarebbe stato in Italia?
"Beh dipende... E' anche facile, sai, andare là dove il musical è già una tradizione da molti anni e poi dire: 'bah, in Italia non si fa...'. Insomma, lasciamo al musical il tempo di prendere piede in Italia, di farsi le ossa, di fare un po' di pionierismo... non si possono fare dei paragoni! Però sarebbe stato difficile recitare i ruoli che ho affrontato nei paesi di lingua tedesca, come il protagonista in Jekyll&Hyde, che è un ruolo enorme. Anche il musical è bellissimo, ed è uno dei miei preferiti. Spero che qualcuno abbia il coraggio di proporlo qui in Italia!".
Cosa c'è di te in Lucheni?
"C'è la mia ribellione e un pochino della mia anarchia... Sono una persona fortemente accentuata dal punto di vista individuale... C'è questa indipendenza, sottolineata da una rabbia che un po' ho ripreso dalla mia adolescenza... Preparando il ruolo, ho ripensato a quegli anni e ne ho inserito un po'!".
C'è qualche musical che vorresti interpretare?
"Guarda, fin'ora ho avuto un'enorme fortuna, ho già fatto ruoli che mai avrei pensato, come Judas in Jesus Christ Superstar, Anatoly in Chess - forse il mio ruolo preferito -, poi Jekyll... al momento mi piacerebbe interpretare il ruolo di Arcibald, un personaggio bellissimo, nel Secret Garden di Lucy Simon e Marsha Norman. Canta dei numeri fantastici, e anche quello è un ruolo "stracciato" e molto interessante!".

Lascio Bruno Grassini e mi avvicino a Sylvester Levay, impegnato a chiacchierare con una bella signora tra uno stuzzichino e un calice di vino bianco. Risponde volentieri a qualche domanda per Amici del Musical… Incredibile. Sono di fronte a Levay in persona. Sorridente, sornione, simpatico, disponibile. Via col registratore…

Quali sono le sue impressioni dopo questa serata?
"La mia impressione è che… sono sopraffatto! Perché questo non è solamente un concerto, secondo me è un'occasione molto importante e un grande passo per la crescita culturale di due Paesi come l'Austria e l'Italia, che hanno tante cose in comune! E poi la principessa Elisabeth veniva spesso in Italia, e perciò è come se fosse tornata a casa una seconda volta!"
Che difficoltà ha incontrato nello scrivere la musica di "Elisabeth"?
"Oh, questa è una bella domanda! La difficoltà era che il musical si basava su un personaggio storico, di cent'anni fa... Se avessi scritto solo musica in stile classico non sarebbe stato un musical, ma sarebbe stato un tipo di opera o di operetta, e non volevo che fosse così! Allora ho trovato la soluzione nello scrivere musica "classica" e musica contemporanea, moderna, pop e rock, e mescolarle... E credo che questa era l'unica soluzione che poteva funzionare."
Cambierebbe qualcosa?
"Beh, la prima di Elisabeth è stata dodici anni fa, e abbiamo sempre cambiato qualcosa ogni qualvolta debuttavamo in un nuovo paese. Penso che se fossimo venuti in Italia con l'allestimento completo, e non solo in forma di concerto, sicuramente avrei apportato piccoli cambiamenti studiati apposta per il pubblico italiano."
Il suo prossimo lavoro cosa sarà?
"Sarà Rebecca, tratto dal racconto di Daphne Du Maurier... Hitchock ne ha già fatto un film molto famoso (Rebecca la prima moglie, n.d.w.), e sarà un musical romantico e pieno di suspence!".
Quali altri musical le piacciono?
"Io adoro tre musical: My fair lady, che è geniale... West Side Story... e Les Miserables."
Ma... Andrew Lloyd Webber?
"Si… Mi piace molto, e ho molto rispetto per lui... Mi piacciono molto Cats e il Fantasma dell'Opera, ma... come le ho detto, i miei musical preferiti rimangono quei tre!".

Lascio Levay per avvistare Michael Kunze al tavolo delle prelibatezze gastronomiche. E' un elegante signore, distinto, con due occhi glaciali. Che si sia ispirato a sé stesso per scrivere il personaggio di Der Tod (la Morte)? Mi faccio coraggio, mi presento. E vai col registratore… Bastano le prime parole per capire che anche lui è in realtà semplice e disponibile.
Come le è sembrata la serata?
"Credo che sia stata una grande e interessante esperienza, per la prima volta c'è stato un concerto di Elisabeth e non una performance completa, perché sarebbe stato molto difficile portare l'intero show qui… Non lo abbiamo goduto appieno, ovviamente sarebbe stato più bello se l'avessimo avuto tutto intero, ma anche così funziona egregiamente! E poi sono impressionato da questo luogo meraviglioso, carico di storia, dove Elisabeth amava soggiornare, ed è veramente emozionante!"
Riguardo il suo lavoro... E' sempre importante tradurre un musical?
"Certo. Ho tradotto molti musical dall'inglese al tedesco, e so quanto è difficile - e farlo bene è ancora più difficile - ma è possibile, e certamente è la strada più giusta."
Il musical più difficile che ha tradotto?
"Oh! Certamente Into the woods di Stephen Sondheim."
E quello che secondo lei le è riuscito meglio?
"Dunque, è molto difficile rispondere! Ma sono molto orgoglioso del lavoro che ho fatto per Cats, amo infatti le liriche di Thomas Elliot, ma allo stesso tempo prediligo anche il più facile Fantasma dell'Opera, penso che sia un lavoro meraviglioso!"
L'importanza della struttura drammatica nel musical?
"Beh, è essenziale. Come probabilmente saprà, scrivo da solo le mie storie e mi comporto come un architetto: la struttura dello show è importante come la struttura di un ponte... Pensi a Puccini, lui lo sapeva benissimo e sapeva farla, purtroppo adesso molta gente sembra essersene dimenticata! Ma è molto importante che specialmente i giovani compositori che vogliono scrivere per il musical imparino la lezione... Ogni anno nei master class lo insegno, ed è veramente fondamentale!"
Un musical non può essere una sequenza di canzoni, dunque...
"No, no... C'è una struttura molto complicata dietro! E' appunto come costruire un ponte: se la struttura non è fatta bene, il ponte crolla."
Questo concerto può essere un primo passo per portare il grande musical in Italia?
"Oh, lo spero tanto. Un giorno Elisabeth sarà allestito in italiano, e affascinerà il cuore degli italiani, e sarà un'emozione speciale anche per me sentirlo cantare nella lingua dell'opera italiana di Puccini e Verdi! Io adoro Puccini... è il mio eroe!"

La bella ed entusiasmante serata prosegue, il pubblico degli invitati pian piano si dirada, ancora un po' di tempo per farmi autografare la locandina dalla splendida Maya Hakvoort, che sembra ricordarsi di me… O è più probabilmente solo una mia sognante illusione?
"Sono felicissima!", mi dice con un sorriso grande così. "Ero a Miramare solo due mesi fa per le foto promozionali, e pensavo che fosse più facile interpretare Elisabeth qui, ma... E' stata un'emozione incredibile! E poi l'organizzazione e l'orchestra sono state perfette. Sono davvero felice!"

Thomas Borchert è invece irraggiungibile, braccato da una ragazza che non lo molla un attimo. Ma lo incontro la sera successiva per una velocissima battuta: non sembra di buonumore perché è un po' giù di voce, ma naturalmente la sua performance è stata superlativa. Potere della grande professionalità.
"E' un luogo meraviglioso, c'è un'atmosfera fantastica!" Racconta velocemente. "Per noi, attori e cantanti, è qualcosa di speciale non solo perché è il nostro primo lavoro in Italia, ma perché è come se fossimo in vacanza... e lavorare ed essere in vacanza contemporaneamente è davvero piacevole!"

L'avventura di Elisabeth in Italia si chiude dopo 6 repliche da tutto esaurito. Un primo passo che lascia ben sperare per il futuro del musical nel nostro paese.

 

Francesco Moretti

Joanna Ampil

Carl Anderson

Michael Ball

Steve Barton

Thomas Borchert

Sarah Brightman

Linda Eder

Maya Hakvoort

Uwe Kroeger

Kunze & Levay

Patti Lupone

Arianna

Giò Di Tonno

Christian Ginepro

Raffaele Latagliata

Floriana Monici

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