MIRAMARE SI ACCENDE DI MUSICAL


Miramare (Trieste) 21 luglio 2004 - Che grande e indimenticabile serata, eppure è stato "solo" un concerto. Perché quello che abbiamo applaudito in tantissimi, entusiasti, alla prima nazionale - in esclusiva per l'Italia - a Miramare del musical Elisabeth (inserito nei cartelloni di MiramarEstate e del Festival Internazionale dell'Operetta e proposto quasi interamente in lingua originale con sopratitoli) non è niente di più che un concerto in costume: coreografie essenziali e minimali elementi scenografici sul palco occupato in gran parte dall'orchestra, ma... la magia è soprattutto il resto: la musica di Silvester Levay e le liriche di Michael Kunze, prima di tutto (entrambi gli autori erano presenti, estremamente soddisfatti, alla prima) perché in una versione "in concert" sono quelle che risaltano e si apprezzano di più. E non si può parlare di "canzoni", sarebbe francamente riduttivo. Tutto lo score è teatrale, ogni nota, ogni sillaba, è concepita in funzione scenica. La grande forza del musical "vero" è tutta qui. E poi il parco di Miramare, il castello a fare da quinta naturale, bianco e silente, una scenografia mozzafiato; e le luci del tramonto sul mare, e lo spicchio di luna nel cielo che si fa notte, le stelle che ascoltano e guardano rapite, assieme a noi spettatori, la sfortunata sorte di Elisabeth.
E poi le voci, e l'orchestra... Davvero basta "poco" per ricreare (magari solo un pizzico, ma autentico, vero) la magia dell'allestimento originale. Una specie di stuzzicante e abbondante aperitivo, che fa venir voglia di collegarsi a internet, prenotare albergo e biglietti e volare a Vienna, dove da settembre lo show riprende la sua ultradecennale corsa internazionale fatta di trionfi continui, e vederlo in tutto il suo splendore scenico!
Onore al merito, dunque, al Politeama "Rossetti" e alla provincia di Trieste, che in collaborazione con il Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" e i Teatri Riuniti di Vienna hanno fortemente voluto, sostenuto e organizzato questa superba produzione, che - ne siamo sicuri - aprirà nuove prospettive al musical in Italia.
Maya Hakvoort (Elisabeth), ormai "è" la principessa. Voce potente e chiara, gestualità e interpretazione perfette, la sua "Ich gehör nur mir" fa accapponare la pelle.
Thomas Borchert (la Morte), è il vero, grande, protagonista della serata. Immenso. Affascinante. Glaciale. Entra sul palco, e con un semplice gesto del braccio, lo riempie tutto. Avvolge con quella voce calda e profonda ogni cosa. Il suo duetto in italiano con il piccolo Rudolf - il bravissimo Giacomo Marchesini, che si alternerà con Camilla Angeli - ("Mamma, mi senti?") è da antologia, indimenticabile.
Bruno Grassini interpreta il difficile ruolo di Lucheni con la giusta dose di ironia, perfidia e fatalità, e con una voce pulita e potente. E' al suo debutto in Italia nel ruolo che ha già sostenuto a Vienna, per questa occasione recitato in italiano.
André Bauer incarna l'imperatore Franz Joseph nel modo più giusto: un burattino nelle mani della madre Sofia (Lenneke Willemsen) che sa riscattarsi con la forza del suo tormentato amore per Sissi. Citare la bravura e le bellissime voci di tutti gli altri membri del cast sarebbe pleonastico, tale è il perfetto equilibrio dell'ensemble.
Caspar Richter, forte della sua quindicinale esperienza di direttore di musical del calibro del Fantasma dell'Opera, Jekyll & Hide, Les Miserables, dirige l'orchestra del teatro "Verdi" di Trieste - con elementi aggiunti dall'Austria - con energia e sicurezza; i musicisti rispondono con passione e trasporto.
Lo spettacolo, come dicevo all'inizio, è un concerto in costume, che sfrutta nella scena iniziale - il processo a Lucheni - la facciata del Castello e - nel brividoso suicidio di Rudolf (ottimo Lukas Permanschlager), con tanto di bacio con la Morte - il parco. La scena finale è indimenticabile: dopo il lungo vagheggiare con la Morte, Elisabeth finalmente cade tra le sue braccia in un lungo bacio liberatorio… le luci si spengono, si accendono quelle sulla facciata del Castello: un effetto mozzafiato.
A contribuire al grande successo dello show, le traduzioni e l'adattamento di Franco Travaglio (con la collaborazione di Paola Bellini). Il bis di "Ich gehör nur mir" in italiano ("Ho riso, ho pianto") coglie di sorpresa il pubblico, che tributa a Elisabeth una lunghissima, meritata, standing ovation.

Francesco Moretti

Leggi l'intervista a Michael Kunze, Sylvester Levay e Bruno Grassini

Leggi l'intervista a Maya Hakvoort

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