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JOANNES XXIII IL MUSICAL

Musica: Valerio Baggio e Carlo Biglioli
Liriche: Carlo Biglioli
Testo: Umberto Zanoletti
Collaboratrice drammaturgica: Francesca Astolfi

SINOSSI

Poco prima della canonizzazione di Papa Giovanni, don Anselmo, il parroco di Sotto il Monte, annuncia ai suoi parrocchiani l'intenzione di allestire un piccolo museo raccogliendo oggetti che in qualche modo ne raccontino la storia. Nel corso di una sola intensissima giornata, segnata qua e là dall'avverarsi di coincidenze che farebbero pensare al disegno della Provvidenza, don Anselmo è raggiunto da una serie di testimonianze che fanno emergere dai cuori della gente il ricordo di questo Santo, saldo nella profondità di un'incrollabile fede in Cristo, ma campione della semplicità, del dialogo e del rinnovamento della Chiesa, nel "lungo secolo" che ha visto lo svolgersi del suo ministero.

1. JOANNES XXIII OUVERTURE
Il brano strumentale presenta alcuni tra i temi che andranno a comporre le canzoni del musical, mentre in scena si assiste allo svolgimento della messa, in un susseguirsi di azioni velocizzate, fino al momento degli avvisi.

2. MOSAICO
Don Anselmo racconta ai parrocchiani come vorrebbe che fosse il museo che ha pensato. Invita quindi tutti a cercare oggetti o ricordi che siano testimonianza della grandezza di Papa Giovanni. Tutte queste piccole "tessere" andranno a comporre un mosaico, sicuramente splendido, perché nato dalla partecipazione di tutti, fatto di semplicità e di amore per il "Papa buono". L'assemblea reagisce con entusiasmo: i fedeli subito cominciano a pensare a cosa potrebbero trovare nelle proprie case da portare a don Anselmo. Nel canto corale esprimono il desiderio di vedere compiuto il disegno.

3. FIGLIO DI QUESTA TERRA
Mansueto, una vita passata nei campi, arriva in sagrestia alla fine della messa, portando con sé il suo oggetto per il museo: una manciata di terra. Ritiene che possa essere la testimonianza delle origini contadine del Roncalli. Don Anselmo, dopo un attimo di esitazione, si lascia entusiasmare dall'idea e, insieme a Mansueto e a Severino, il sagrestano, provano a raccontare il rapporto di Papa Giovanni con la terra bergamasca, la durezza e la semplicità della sua gente.

4. PAGINA DOPO PAGINA
Don Anselmo riceve la visita di Michele, un seminarista del paese, che ha sentito parlare del museo e vuole contribuire con una copia del "Giornale dell'anima" (la raccolta dei diari di Angelo Roncalli, dagli anni giovanili fino al pontificato). Non si tratta di una copia qualsiasi, ma proprio di quella donatagli dal parroco, al momento del suo ingresso in seminario. Così i due incominciano a conversare sulla ricchezza della vita spirituale di Papa Giovanni, che emerge da ogni pagina dei suoi scritti. Michele legge alcuni brani, che vanno a comporre le strofe della canzone, vocalizzata con don Anselmo e Brigida, la sua anziana perpetua, personaggio che, con una verve comica, costella tutto lo svolgimento dell'opera, donando leggerezza al racconto.

5. TRE PICCOLE MELE
Si racconta di Angelino, allora dodicenne, che su richiesta di un compagno aveva ingenuamente portato della frutta all'interno del Collegio Celana dove studiava, violando il regolamento interno. La conseguenza di tale 'infrazione' fu l'espulsione dalla scuola da parte del severo rettore della scuola. L'episodio diventa un pretesto per inscenare una sfrenata tarantella, introdotta da una voce infantile e via via arricchita dal coro di tutti i presenti: una sorta di favola che celebra i valori della generosità, dell'amicizia e della lealtà, dimostrati dal piccolo Roncalli anche in quest'occasione.

6. CHIARO COME L'ACQUA
Quattro suore stanno pranzando nel refettorio del convento. Suor Dorotea racconta di essere la nipote del sagrestano che, nel 1904, il giorno dell'Assunta, era presente alla prima messa a Sotto il Monte di don Roncalli dopo l'ordinazione. Questi, fresco degli studi di Teologia, si preoccupava di non utilizzare termini troppo forbiti nell'omelia per non comprometterne la comprensione da parte dei fedeli. L'aneddoto (peraltro mai convalidato dagli storici) racconta che avesse dato disposizione al sagrista di mettersi sotto al pulpito e di tirare il lembo della sua tonaca, qualora avesse usato espressioni troppo auliche. Il nonno di suor Dorotea non tirò mai la tonaca, nemmeno una volta, tanto chiara e comunicativa era stata l'eloquenza del futuro Papa. Inscenando l'episodio, in una piccola parentesi di "teatro nel teatro", suor Dorotea e le consorelle danno vita a un vibrante gospel.

7. QUANDO ARRIVERÀ
Don Anselmo riceve in canonica la visita di Giorgio e Silverio, due fratelli che intendono donare al museo alcune lettere autografe di don Angelo Roncalli, risalenti alla prima guerra mondiale, quando il sacerdote era cappellano militare. Da questo scaturisce una riflessione sul tema della pace e sulla "Pacem in terris", enciclica promulgata da Papa Giovanni nel 1963 proprio nel momento in cui il pericolo di una nuova guerra mondiale stendeva la sua ombra minacciosa sul mondo. Secondo don Angelo la convivenza fra gli esseri umani è "ordinata, feconda e rispondente alla loro dignità di persone, quando si fonda sulla verità, la giustizia, l'amore, la libertà", ed è proprio da questo spunto che muove i suoi passi la canzone, cantata da Silverio, con don Anselmo e Brigida.

8. E RESTO QUI
Alcune donne del gruppo missionario stanno lavorando a maglia: preparano maglioni, calzini, sciarpe, berretti e coperte, da vendere al banchetto per le missioni alle prossime feste di Natale. Una di loro, Cristina, propone di portare al museo il crocifisso appeso nella loro sala riunioni, donato a padre Bruno proprio da Papa Giovanni come viatico prima della sua partenza per l'India. In diversi passi degli scritti del pontefice è testimoniata infatti la centralità dell'adorazione del crocifisso. Parafrasando alcuni di questi, Cristina intona un canto di devozione alla Croce.

9. RAPPAMONDO
Un rap, scandito da don Anselmo, insieme ai ragazzi dell'oratorio, durante un'improvvisata partita di basket, celebra Giovanni XXXIII, ed in particolare la dimensione missionaria del suo sacerdozio e del suo pontificato, come visitatore apostolico, nunzio pontificio e poi "Papa pellegrino" nei cinque continenti. Il tutto è completato in scena dal lancio di molti aeroplanini di carta, che verranno donati dai ragazzi al museo.

10. FIORI
Caterina sta provando la veste per la prima comunione. Con lei la mamma che alla vista della bambina le racconta un episodio del pontificato di Papa Giovanni. Era la primavera del '60. Durante un'udienza, il pontefice incontrò la piccola Katherine, una bambina statunitense di otto anni, ammalata di leucemia, che aveva espresso il desiderio di incontrare "pope John" prima di morire. Katherine si recò al colloquio indossando l'abito della prima comunione e il Papa restò a conversare con lei per quaranta minuti (il doppio del tempo mediamente concesso a un capo di stato!). Il brano cerca di tradurre nel linguaggio musicale l'amore per i bambini, continuamente espresso dal Papa, sia nell'atività pastorale che nell'informalità della vita familiare. Il velo di Caterina, dopo la cerimonia, verrà quindi donato al museo.

11. CANDELE
In questa intensa giornata, don Anselmo riceve una chiamata da Sofia: si tratta di Mishka, un'anziana signora, che fu al servizio dell'allora delegato apostolico Mons. Roncalli. Al telefono la donna promette di inviare, come suo contributo al museo di Sotto il Monte, una candela, simbolo di accoglienza e ospitalità. Sullo stupore del parroco per la fortuita coincidenza, parte una coreografia che vede i ballerini portare in scena delle candele accese, al suono di questa composizione per piano solo.

12. LIBERTÀ
Il 26 dicembre del 1958 Papa Giovanni XXIII, a sorpresa, si recò in visita al carcere romano di Regina Coeli e tenne un discorso ricordato per la sua commovente umanità e per la sincera compassione espressa per la sofferenza di questi fratelli carcerati e le loro famiglie. Nella canzone si ascolta il racconto di quella memorabile mattinata dalla voce di un ex-carcerato, che era riuscito a raggiungere il Papa e a ricevere il suo abbraccio, in segno di perdono e di riscatto.

13. SOLO PER OGGI
Jennifer, una ragazzina del paese, ha ricevuto dalla sua catechista, il "Decalogo della quotidianità" di Papa Giovanni. Colpita dall'idea che la fede vada vissuta giorno per giorno e ora per ora, decide di lasciare il proprio orologio al museo. Insieme a Don Anselmo, durante un rocambolesco viaggio in bicicletta, Jennifer rilegge e attualizza questa bella pagina del pontefice.

14. NELL'AMAREZZA
Brigida viene chiamata dal figlio di Bernardo, un anziano signore malato, che vuole contribuire all'allestimento del museo. Vuole infatti regalare al museo un'immaginetta di Giovanni XXIII, avuta in dono nel 1963, durante la veglia di preghiera per il Papa agonizzante in piazza S. Pietro. Sul retro è riportato il suo "Messaggio agli infermi". Nella canzone l'uomo esprime la propria sofferenza e la faticosa ricerca di un senso per la propria condizione, dialogando con Brigida, che qui rivela un aspetto delicato e affettuoso del proprio carattere. Alla fine sarà lo stesso Bernardo a darsi una risposta, aiutato dall'esempio di fede e dignità del Papa nella sua sofferenza.

15. ANGELO
Severino, che per tutta la durata della giornata ha cercato invano di dire una cosa a don Anselmo, finalmente sotto una luna che sembra più piena di altre volte, riesce finalmente a proporre il suo contributo per il museo: la carezza ricevuta da sua madre la sera in cui il Papa ha pronunciato il Discorso della luna. Infatti, affacciato al balcone di S. Pietro, a chiusura della prima giornata del Concilio Vaticano, il pontefice aveva invitato i presenti a portare ai bimbi rimasti a casa la carezza del Papa. Il brano finale è cantato da don Anselmo, Severino e dal coro composto da tutti coloro che hanno partecipato all'allestimento del museo. Insieme esprimono gratitudine per aver avuto il privilegio di essere stati testimoni diretti del passaggio sulla terra di Angelo Roncalli, messaggero del Cielo che ha spiccato il volo proprio da Sotto il Monte. Nello sviluppo della canzone, sul coro muto e commosso degli interpreti, si ascolta anche la voce del Papa nel "Discorso della luna".