IN VACANZA CON SERENA E MASSIMO

Trieste, 29 ottobre 2004 – Stare seduti accanto ad Armando Trovajoli non è cosa da tutti i giorni, ma mi è capitato alla conferenza stampa di presentazione del tour di Vacanze Romane, la commedia musicale tratta dall'indimenticabile film di William Wyler con Audrey Hepburn e Gregory Peck che, dopo i successi ottenuti al Sistina di Roma, riparte dal Teatro Rossetti di Trieste.

Schivo e riservato, il maestro che ha composto molta della colonna sonora della nostra vita, non rilascia interviste e non si fa fotografare... Ma non importa, a parlare è Pietro Garinei, il padre della commedia musicale italiana, che va giustamente fiero della sua ultima creatura teatrale. "Credo che sia un bel regalo che Roma fa a Trieste in occasione di questo importante anniversario", racconta Garinei citando i festeggiamenti che il capoluogo giuliano sta vivendo in questi giorni per il 50° del ritorno della città all'Italia. "Ma mi piace segnalare una caratteristica di questo spettacolo: abbiamo pensato di dividerlo in due modi. Le prime due scene all'ambasciata hanno un carattere serioso, realistico, quasi a sottolineare che questo episodio possa essere avvenuto realmente; da quando invece Anna lascia il palazzo e gira per le strade di Roma, lo spettacolo si traduce in una favola, perde l'aspetto veristico per assumere toni di fantasia; ma alla fine, con il ritorno della principessa a palazzo, anche la favola finisce."

Con Jaja Fiastri, che ha curato l'adattamento in italiano del libretto e delle canzoni di Paul Blake, parliamo invece proprio di questo aspetto tanto discusso e controverso tra gli appassionati di musical. "E' giustissimo adattare un musical straniero in italiano", racconta Fiastri. "Intanto per la nostra ignoranza linguistica, perché l'inglese lo conosciamo poco e male. Ma soprattutto perché il successo di uno spettacolo lo dà anche l'immediata identificazione tra pubblico e attore, e allora se l'attore parla straniero questo feeling non si forma. Specialmente poi per Vacanze Romane, che non è stato semplicemente tradotto in italiano, ma in romanesco... E non ho trovato particolari difficoltà nell'adattamento. Mi piaceva, ho lavorato con attori e colleghi formidabili. Del resto collaboro con Garinei ormai da trent'anni, e con Trovajoli è sempre un piacere."

Semplicemente bellissima, Serena Autieri ci racconta invece del suo personaggio in Vacanze Romane e del suo debutto avvenuto proprio qui a Trieste, nel 2002, con Bulli e Pupe. "Ma io nasco come cantante e attrice, solo successivamente ho fatto una scuola di teatro a Napoli", racconta Serena. "Poi sono stata lanciata in tv dalla soap Un posto al sole, e da lì partita la mia carriera. Bulli e Pupe è stato uno spettacolo molto bello, ho lavorato con un grande regista – Fabrizio Angelini – e una grande compagnia, la Compagnia della Rancia, ma quello era un musical molto americano; Vacanze Romane è invece totalmente italiano, e questo ne fa il suo successo, alla fine. Per quanto riguarda la mia precedente illustre su grande schermo, mi sono detta da subito: meglio non fare paragoni! Dovevo interpretare il personaggio a modo mio, mi sono distaccata dal film e solo così ho trovato la strada giusta per entrare nel personaggio. Ovviamente mi è stato di grande aiuto anche Massimo!"

E Massimo Ghini, che nello spettacolo sfodera una voce davvero inaspettata, ci parla invece delle differenze tra il film e la commedia musicale. "Chi ha amato il film per fortuna non troverà una sgradita sorpresa rivederlo in teatro!" Esordisce Massimo. "E lo posso dire tranquillamente, perché riporto anche giudizi di persone qualificate che sono partite prevenute nei nostri confronti, pensando di trovarsi di fronte a chissà quale scimmiottamento, e invece sono rimasti colpiti dal valore dello spettacolo. Offriamo una strada parallela al film, non tradiamo la storia, non nascondiamo nulla: abbiamo cercato una via italiana, e infatti l'unica contaminazione che c'è è che il mio personaggio non si chiama Joe Bradley ma è un giornalista italiano, Gianni Velani, che lavora al Messaggero. Questo non per rimpicciolire il personaggio, ma visto che sono italiano, ho detto agli americani di farmi fare al meglio quello che sapevo fare! E anche il felice connubio tra le musiche di Cole Porter e quelle scritte apposta da Trovajoli, due tradizioni così importanti, racconta al meglio la romanità di questo spettacolo. Abbiamo giocato con climi e colori degli anni Cinquanta senza esagerare, senza provocare, e alla fine il pubblico ha approvato: un'emozione che è sintetizzata quando arriva la Vespa. Lo vedrete... Come una grande star che entra in scena, si prende l'applauso! Guarda, sono ancora emozionato, stasera è come una seconda prima, ma sono molto più sicuro perché già conosco il prodotto finale! E spero proprio che questa bella esperienza faccia da caposcuola..."

Francesco Moretti

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