THE FULL MONTY - INTERVISTA A GIANPIERO INGRASSIA E RODOLFO LAGANA'

di Francesco Moretti

Marzo 2002 - La stagione dei grandi musical al "Rossetti" di Trieste si chiude col botto. E che botto: sei maschi danzanti in scena, che si agitano, si dimenano, roteano glutei e pance, sfilano via uno dopo l'altro giubbotto, camicia, pantaloni e mutande per restare con improbabili tanga rosso fuoco. Poi via, anche l'ultimo, piccolo indumento se ne va, solo il berretto da poliziotto a nascondere le nudità dei sei protagonisti in scena. E, appena le mani si alzano al cielo per il "servizio completo", il bagliore accecante dell'impianto luci copre per qualche secondo tutto: palco, scenografia, attori, che diventano solo un vago e scuro contorno indistinto. human hair wigs
Siamo allo strepitoso e trascinante finale di "The Full Monty", il musical che Promnibus On Stage e Y Wai Production hanno portato in Italia, caso più unico che raro, prima che sbarchi a Londra, tra l'altro co-prodotto dalle stesse compagnie italiane.
Un musical fenomenale, che lascia senza fiato, dove si ride di gusto e ci si commuove in un equilibrio perfetto, sotto l'occhio vigile, sapiente e preciso di Gigi Proietti che firma la regia.
Uno spettacolo che reinventa il film da cui è tratto, senza diventarne la mera trasposizione: rimangono i sei personaggi in cerca d'ingaggio - cioè, di lavoro -, rimane il contesto sociale e urbano in cui si muovono, anche se a Buffalo invece che a Sheffield (ma potremmo essere davvero ovunque), rimangono i temi forti della disoccupazione, del divorzio, dell'illusione dei guadagni facili. hair extensions uk
In più ci sono le musiche originali, 14 nuove canzoni di David Yazbek che spaziano dallo swing al rock, dalla ballata sentimentale ai numeri d'insieme, eseguite da una impeccabile e grintosa orchestra dal vivo e sorrette da testi assolutamente non banali. Non conosco la versione inglese, ma questi sembrano tagliati su misura per l'Italia.
E poi c'è lei, Jeanette, allampanata coreografa e musicista che in età avanzata si rimette in gioco, come del resto, volente o nolente, fanno gli altri sei, per mordere la vita con entusiasmo, per rincorrere quella chance in più, per dimostrare al mondo quanto si vale, per riconquistare l'amor proprio, la stima e l'appoggio delle persone care.
Jeanette è Miranda Martino, vecchia conoscenza della commedia musicale italiana, che in splendida forma ripropone il ruolo - creato apposta per lo show - sostenuto a Broadway dall'immensa e indimenticata Kathleen Freeman. Suo è uno dei pezzi più belli dello spettacolo, "Solo migliorare" (Jeanette's showbiz number), dove incita i suoi ragazzi-adulti a dare il meglio di sé perché "pessime prove preludono ad un pessimo spettacolo".
Lo spettacolo che la compagnia mette in scena è, per contro, di altissimo livello. Il cast è affiatato, i tempi comici sono perfetti, le battute fulminanti. Giampiero Ingrassia e Rodolfo Laganà, i due protagonisti, si muovono a loro agio, si divertono, duettano senza mai strafare, dentro una sceneggiatura corale che dà il giusto peso e rilievo a tutti gli altri co-protagonisti.
Le scene, essenziali e funzionali, sono valorizzate da un impianto luci faraonico, che scolpisce gli spazi, modella i corpi, infonde ritmo e dinamicità ai vari quadri. Tra i tanti da citare, "Il ballo di Michael Jordan", dove gli improvvisati spogliarellisti mimano una immaginaria partita a pallacanestro, o "Comandiamo noi", con le mogli nei bagni maschili a (s)parlare dei rispettivi compagni, o "Il mio mondo gira intorno a te", con l'ironico e surreale dialogo a senso unico di Rodolfo Laganà alla sua pancia prominente.
Uno spettacolo per rimettersi in gioco, dunque, per mostrarsi come si è, senza false illusioni, e, soprattutto, senza vergogna. Dove ciascuno di noi può ritrovare un po' di sé stesso, con difetti e imperfezioni, e dimenticare l'ossessione dell'immagine e dell'eccessiva cura di sé.

Ma i protagonisti come hanno vissuto questo show? E soprattutto, visto che si parla di disoccupazione, come la vedono Giampiero Ingrassia e Rodolfo Laganà?

"Abbiamo visto tantissime persone ai provini", racconta Giampiero, "dai commercialisti agli impiegati, addirittura s'è presentato un poliziotto che ci ha detto: oddio, non dite a nessuno che sto facendo questo provino, sennò mi cacciano! Abbiamo visto, in fondo, anche un po' di disperazione, perché c'era questa voglia di apparire, c'era tanta gente disoccupata, ma anche tanti insoddisfatti del proprio lavoro, che cercavano la grande occasione nel mondo dello spettacolo. Che dire, il vero "Full Monty" lo abbiamo visto quel giorno".
"In questo spettacolo cerchiamo di raccontare la disoccupazione con ironia, in maniera carina e intelligente", continua Giampiero, "perché non si deve dimenticare che questi ragazzi, noi sei, facciamo lo spogliarello, ma il giorno dopo continuiamo a essere disoccupati... il finale è un po' amaro, comunque."
"Una cosa che abbiamo notato ai provini", racconta Rodolfo Laganà, "era questa grande voglia di esibirsi da parte di tutti, anche di chi non fa questo mestiere; spero che questa voglia di fare, di mettersi in mostra, sia anche di stimolo per chi si trova ad affrontare momenti duri della vita, come quando si è senza lavoro."

Ma per mostrarsi sera dopo sera in mutande, e per affrontare la scena finale, come si fa a vincere l'imbarazzo?

"Ma guarda, sinceramente l'imbarazzo non c'è più", confessa Giampiero. "C'è stato all'inizio, alle prove e sicuramente alla prima, quando si è sommata la solita, grande emozione di quella importantissima serata. Poi, è diventata una cosa normale..."
"Certo, che se solo mi avessero chiesto due anni fa di fare una cosa del genere", continua Rodolfo, "avrei risposto: ma che, siete matti, spogliarsi in scena? Invece, adesso, l'imbarazzo è completamente svanito."
"Oddio, non siamo né spogliarellisti, né tantomeno sei adoni", ammette Giampiero, "e quindi è stata una cosa molto tenera da affrontare... C'è poi da considerare che siamo coperti, in un certo senso, dai personaggi che interpretiamo."

Come dire: non è Giampiero Ingrassia che si spoglia, ma Jerry Macaluso, alter ego in scena.
Dopo Trieste, altre date sono in programma.

"Ci aspettano Brescia, Bari, Cosenza, e poi finiamo a Napoli", racconta Rodolfo. "Ricominceremo il 1° ottobre al Nuovo di Milano, per proseguire con Genova e Firenze, e altre date ancora da definire."

E a proposito di cose ancora da definire: i produttori annunciano una grossa sorpresa per l'autunno, davvero grandiosa, ma non si sbilanciano per scaramanzia. Cosa sarà, cosa non sarà? Intanto godetevi "The Full Monty" in giro per l'Italia, uno spettacolo davvero coi fiocchi. E se vi va... nel foyer sono in vendita i mitici tanga rossi. Non si sa mai, con l'aria che tira nel mondo del lavoro...

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