C'ERA UNA VOLTA ROMA CHE NON C'ERA

Non ci poteva essere che altra definizione se non quella di favola in musica, per questo musical-o-commedia-musicale-chiamatelo-come-volete che racconta con fiabesca ironia la leggenda di Romolo & Remo. Fedelmente, con dovizia di particolari, portando in scena dettagli e personaggi della mitologia romana e classica in un caleidscopio di fauni, Sabini, burini, vestali, divinità che riprendono forma in note dalle più impolverate reminiscenze scolastiche.

Uno script delizioso. Brillante nei dialoghi volutamente borgatari; attuale nelle battute, che pur strizzando l’occhio alla politica attuale o alla maniacale fissazione dei capitolini (e degli italiani tutti) per il calcio, per esempio, non cadono mai nella faciloneria del banale cabaret d’oggi. Richiami, riferimenti, ammiccamenti e un suggestivo omaggio nella parafrasi "rugantiniana" così poeticamente decantata dalla Lupa e acclamata dal pubblico del milanesissimo Manzoni con calore.

Per chi sostiene che il musical moderno NON è ballato, questo sarà decisamente uno spettacolo antico: Gino Landi ha dato il meglio di sé, tornando alla spettacolarità che l’ha caratterizzato in passato, con numeri di tecnica su base classica di grande impatto. Corpo di ballo affiatatissimo e spettacolare. Musiche del premio Oscar Nicola Piovani. Allegri pastorali, ritmati stornelli, un paio di struggenti pezzi melodici, come la Ninna Nanna di Acca Laurenzia o la canzone delle stelle gemelle (bellissima!) e un refrain (Com’era bella Roma che non c’era…) che non si resiste dal canticchiare con l’ensemble già al secondo ritornello. Una colonna sonora adeguata e melodiosamente italiana, per un allestimento SPETTACOLARE. Costumi elaborati, ricchissimi, per cambi numerosi e pazzeschi. Una scenografia di grande impatto, colorata e animata come un cartoon Disney, con tanto di Fico Ruminale per restare fedeli alla leggenda e Tevere che scorre sul boccascena del teatro: George Lucas ancora starà rodendo per l’invidia di non aver inventato lui un effetto così speciale!

Grande, veramente GRANDE prova d’interprete Valeria Moriconi… ERGO: la Lupa. Di una romanità disarmante, intonata… certo! Se vi aspettaste Elaine Page rimarreste delusi, ma una presenza scenica debordante e un carisma che strappa applausi (inevitabilmente!) ad ogni suo intervento. Dorato e divertente il Marte di Maurizio Mattioli e assolutamente irresistibili e autenticamente romani i due gemelli, Romolo/Augusto Fornari e Remo/Michele La Ginestra. Dividono armoniosamente il palcoscenico in un affiatamento perfetto anche con gli altri bravissimi interpreti: Rea Silvia/Silvia Patitucci e la leggiadra Diana Silvestre di Sonia De Micheli. Una sorprendente rivelazione l'usignolo Luca Mori, nel ruolo del Fauno Pan.

Due ore abbondanti di vera –ribadisco!- favola e autentico SPETTACOLO: l’ennesima, riuscita poesia del dottor Garinei.

Un’unica delusione: ho sentito dire -e spero che cambino idea!- che almeno nella prossima stagione, I FIGLI DELLA LUPA non sarà ripreso. Personalmente credo sarebbe un vero peccato. Strategicamente posizionate per tutto il teatro c’erano però delle professionalissime, potenti telecamere che lasciano presagire –SI SPERA!- una proiezione televisiva come quella riuscitissima del Rugantino del Natale appena passato. Sarebbe un’occasione per chi si è perso questo sistiniano gioiellino.

Mimma De Felicis

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