EVITA: LA SANTA E IL FOLLETTO

bob.JPG (62941 byte)

 

CONFERENZA STAMPA EVITA - 6 MARZO 2002

E’ una fredda e grigia mattinata milanese. La pioggia è incessante. A mezzogiorno la hall del Teatro Ventaglio Nazionale di Piazza Piemonte, si anima di persone, giornalisti, fotografi.

Parla MASSIMO ROMEO PIPARO, ci racconta del suo nuovo spettacolo, "Evita!" in scena dal 9 al 28 marzo, che vedrà sulla scena Olivia Cinquemani nel ruolo del titolo ed il grande Bob Simon nei panni di Che Guevara.

"Ci rivediamo con uno spettacolo completamente diverso rispetto a quello che è stata "La Febbre del Sabato Sera", dice il regista. "Uno spettacolo che non ha bisogno di presentazioni come musical, mi sembrava opportuno ripresentarlo a Milano, in una veste un po’ più moderna ed aggiornata rispetto alla prima versione andata in scena per tre settimane allo Smeraldo cinque anni fa. Adesso Milano è diventata anche la mia casa da un paio d’anni, e mi sembrava giusto che "Evita!"ritornasse qui in un momento così diverso della mia attività e soprattutto con la maturità e con l’esperienza avuta in questi anni. La nuova versione sarà fra l’altro arricchita dalla presenza di un artista che ormai è diventato milanese di adozione, Bob Simon, che avete conosciuto con "The Rocky Horror Show" nei panni di Frank’n’Furter, e poi avete ammirato nei panni di un esaltante Dj Monthy ne "La Febbre del Sabato Sera". Bob ora vestirà i panni di Che Guevara in Evita.

Lo spettacolo sarà interamente suonato e cantato dal vivo. Ripeto per l’ennesima volta secondo me il musical va fatto con l’orchestra dal vivo, so che è una tradizione che sta scomparendo e che scomparirà, e probabilmente presto non farò che adeguarmi anch’io a questo... però ancora resistiamo! Il musica prevede fra l’altro in scaletta - cosa che non è mai successa nelle altre versioni teatrali - il pezzo "You must Love me", la canzone scritta da Tim Rice e Andrew Lloyd Webber appositamente per la versione cinematografica di "Evita!", canzone per la quale hanno vinto un Oscar.

La storia ripercorre gli anni della ascesa sociale e politica della prima donna ad esser stata definita ‘donna in carriera’, donna politica, la prima femminista...è stata definita in migliaia di modi Eva Peròn. Sicuramente è stata la prima a far parlare di sé nella storia dell’ultimo secolo. Passa da odore di santità ad essere definita una donna di facili costumi, un’arrivista, una scalatrice sociale. Che Guevara che è il contraltare di questo spettacolo, definisce Evita come la più grande scalatrice sociale dopo Cenerentola, la nuova Cenerentola che da poveretta si trasforma in regina.

Oggi si parla molto di "A teatro bisogna andare per divertirsi, a teatro bisogna andare per ridere, i musical devono essere leggeri, lo spettacolo deve fare rasserenare". Io invece penso che uno spettacolo a volte possa fare anche solo riflettere, possa far anche ripercorrere parti di storia. Come tutti sapete il musica inizia con un funerale e finisce con un funerale. Io ho tolto molta della parte funerea, della parte triste della rappresentazione, ed ho lasciato tutta la parte ludica, giocosa. Questa parte ludica è interamente affidata a Che Guevara, a questo Peter Pan a questo personaggio sempre diviso fra gioco, finzione, immaginazione e realtà storica della vicenda.

Uso moltissimo le video proiezioni, quindi spesso lo spettacolo assume proprio il carattere di documentario storico, con immagini d’epoca e di repertorio che ho trovato durante un viaggio in Argentina, dove abbiamo questo narratore, che porta il pubblico per mano a visitare gli anni della vita di Eva Peron. Tra l’altro questo Che Guevara vive tutta la scenografia, (firmata da Giorgio Rittelli) una scatola che si apre e si anima, viene vissuta dentro, attraverso, fuori, davanti dietro, sopra e sotto...in cui si racchiude tutta la vita di Eva Peron. Una vita fatta di immagine che il Che narratore non fa altro che immortalare - lui cammina sempre con la sua macchinetta fotografica addosso, un’istantanea - e scatta delle foto.

L’orchestra è diretta da Nicola Panebianco seguendo la partitura del film. Le coreografie sono di Roberto Croce, coreografo di Domenica In, che per me ha curato anche le coreografie di JSC che avete già visto.

I costumi sono di Renato Geraci, che è uno stilista più che un costumista teatrale, perché per uno spettacolo come questo mi sembrava opportuno rivolgermi ad un ambiente un po’ estraneo al teatro ma più vicino alla moda.

La compagnia è formata da 23 elementi, Luca Velletri darà corpo e voce al Colonnello Peron e Andrea Giovannini sarà il tenore Magaldi, il primo uomo ad essere sfruttato da Eva Duarte."

L’atmosfera è rilassata, la conferenza procede più sui toni di una tranquilla chiachierata fra amici che sui toni ufficiali che ci si potrebbe aspettare. Bob Simon prende un po’ in giro Piparo e ogni tanto lo interrompe per commentare e fa scoppiare a ridere tutti gli astanti.

DOMANDA: "Olivia sei rimasta influenzata dall’interpretazione di Madonna nel film o invece l’hai ignorata e hai voluto fare una cosa completamente diversa?"

OLIVIA: "Mi è piaciuta moltissimo Madonna nel film. Soprattutto la sua fisicità. Mi ha colpito molto il suo viso, le sue espressioni, ma non so dire se mi abbia influenzato in qualche modo. Ho fatto un po’ di testa mia ma soprattutto mi sono lasciata guidare da Massimo, perché Massimo dà la possibilità di lavorare sul personaggio."

MASSIMO: "E’ invece completamente diversa la storia per Che - continuiamo a chiamarlo Che perché è carina questa cosa. C’è una frase di un prete argentino, il confessore di Evita, che dice "I grandi eroi sono quelli che riescono ad arrivare a toccare la cima del potere ed avere contemporaneamente la forza di ritornare in basso e vivere in mezzo alla gente normale. L’Argentina ha avuto due di questi eroi, Eva Peron e Che Guevara".

Da questa frase nasce - è rimasto proprio nel testamento dell’icona di Evita - l’idea di Tim Rice di mettere questo folletto, questo personaggio, questo anti-eroe, questo contraltare ad Evita che è Che Guevara. Anche se in realtà storica, i due non si sono mai incontrati. Non aspettatevi un Che con la grinta o con l’icona delle bandiere che tutti conosciamo. Sarà un rivoluzionario con le idee, che userà le armi del pensiero e della filosofia anziché i mitra. Bob Simon è un artista che si muove a 360° sulla scena, riesce a passare dai tacchi a spillo di Frank’n’Furter, alla giacca anni ‘70 ed alle zeppe di Dj Monthy, al dar voce ad un personaggio invece molto difficile come Che Guevara, perché lui non prende mai parte diretta all’azione non interagisce con gli altri personaggi dello spettacolo, si muove proprio come un fantasma all’interno di una storia che va avanti e viene raccontata."

DOMANDA: "Bob come si è trovato in questo ruolo "Arrabbiato" perché comunque è un ruolo arrabbiato...noi lo conosciamo in ruoli più leggeri e divertenti."

Bob si sforza di parlare italiano, ma dopo un paio di frasi decide che sia meglio continuare in inglese. Scherza sul fatto di essere lui la prima donna dello spettacolo.

"Faccio teatro da 20 anni. Ho interpretato un sacco di ruoli differenti, Frank ed il Dj Monthy sono solo i due più recenti.

Prima di interpretare Frank per 8 anni, ho recitato in "Oliver" ed in "The King and I" .

E’ piacevole interpretare un ruolo che non richieda molto trucco e che mi permetta di indossare delle scarpe normali, senza tacchi. Mi piace un sacco.....è bello essere serio per una volta! E’ bello, tanto per cambiare, non essere il commediante....ma interpretare un ruolo drammatico. Questo spettacolo sarà bellissimo, ho la fortuna di lavorare con un incredibile gruppo di professionisti, una grandissima partitura musicale, Olivia è bravissima....e anche il regista non è male! Scherzo...

Non avevo mai visto né sentito Evita fino a 3 o 4 settimane fa e adesso so perché viene considerato come uno dei maggiori musical. E’ davvero un cambiamento molto bello essere Che. E’ bello essere qui."

MASSIMO: "Una cosa che prima ho dimenticato nella struttura dello spettacolo: una delle tappe attraverso cui l’ascesa di Evita si compie è la radio. Ovviamente negli anni 40 non c’era la televisione e la radio era il mezzo assoluto della divulgazione sia di discorsi politici sia comunque di fama. Evita prima di approdare al cinema, come attrice - scarsissima tra l’altro - era una star della radio. Il discorso che lei fa alla nazione in cui rinuncia alla vice presidenza perché le comunicano che sta morendo, lo fa alla radio.

Nello spettacolo abbiamo riprodotto per due minuti una vera trasmissione radiofonica. La diffusione in sala per un attimo scomparirà dagli altoparlanti e verrà riprodotta attraverso delle radio che verranno fornite al pubblico all’ingresso. Per cui ci sarà un momento nello spettacolo in cui per la prima volta in un musical, si può dire a livello mondiale, la musica viaggia via etere."

DOMANDA: "Volevo sapere da Olivia quali sono le difficoltà vocali del suo ruolo. Mi sembra di ricordare che di Madonna si dicesse che avesse abbassato tutte le canzoni di mezzo tono o di un tono giusto? Immagino che invece lei che ha un tono di voce molto..."

OLIVIA: "Io non credo che sia importante in quale tonalità si canta una canzone, credo che sia molto importante quello che si trasmette, il modo di interpretarla. Io probabilmente ho uno strumento più grande rispetto a quello di Madonna, non ho abbassato le canzoni di tonalità e dal punto di vista vocale mi sento molto adatta a cantare questa parte, la vesto benissimo, mi sento a casa mia. Non faccio nessuna fatica, anzi mi diverto moltissimo a cambiare registro, cambiare modo di interpretare, cambiare il carattere, anche perché comunque ci sono delle parti in cui lei è molto appassionata, molto dolce, molto soffusa, altre volte in cui lei ha molta grinta e quasi urla. Quindi un lavoro molto difficile in questo senso, alternare i toni pacati ai toni più duri, poi per la tonalità no, non ci sono stati problemi."

Simona Marletti

TORNA SU

TORNA
A EVITA