EMOZIONI: PRENDIAMOLO COSI'

Quel gran genio di Battisti, così come Thomas S. Eliot, probabilmente non avrebbe mai immaginato di diventare un postumo autore di musical. Lucio e Giulio (Rapetti, in arte Mogol), scrivevano canzoni e avevano l'abitudine di racchiudere un piccolo mondo, una storia in miniatura, nello spazio effimero di cinque minuti. Cinque minuti di grandi melodie, di testi ineffabili e anti-conformisti, di arrangiamenti ancora attualissimi, ma cinque minuti. Emozioni, "commedia di prosa con musiche" di Eduardo Tartaglia, vorrebbe invece farci credere che le canzoni di Battisti, inserite nel giusto contesto, possano unirsi come tante piccole tessere a formare un mosaico musicale, o meglio un mini-affresco generazionale con ambizioni melodrammatiche. Un plauso al coraggio dell'idea, ma ci saranno riusciti?

La trama, ben costruita, prevede una serie di amici che entrano a poco a poco nella villa di Luca (Mirko Petrini), futuro sposo di Sonia (Ambra Angiolini) e dal passato movimentato. Quasi tutti gli amici sono all'interno di altrettanti triangolini amorosi, a limite del Beautiful de noaltri. C'è il fidanzato alla "Ultimo Bacio" che cade nelle spire della ninfetta di turno per poi redimersi sul finale, c'è il buffo salutista tutto fitness che offre il suo amore alla "sedotta e abbandonata" con il vizietto dell'alcool, c'è l'amico del cuore che rivela un amore affatto platonico per la promessa sposa, c'è l'ex-playboy che si rivela gay. I dialoghi sono serrati e in stile soap-opera, mentre i movimenti gestuali e registici, specie nel cantato, si riducono all'istruzione "mo, muovetevi un po' come ve pare..." ma non sembra che ciò turbi più di tanto il pubblico del LG Palace (finalmente nessuna fauna di abbonati impellicciati, ma tante famiglie e giovani, buon segno). Cosa non siamo disposti ad accettare pur di ascoltare gli amati ever-green battistiani! Eh sì, perché periodicamente i personaggi, quando la circostanza o la scaletta lo richiede, iniziano a cantare La Canzone Del Sole, o Un'avventura, o Mi ritorni in Mente, muovendosi, l'ho accennato, come neanche nel saggio delle medie. Tanti bei gesti simmetrici, tante pose da corista "uacciuariuà", senza armonia, senza naturalezza, senza una visione d'insieme.

Nonostante l'impianto audio SSP (solito sonoro pessimo) che dà il peggio di sé nei momenti corali, ci sono molte buone voci in compagnia, forse esageratamente virtuosistiche (certi urletti-falsetti-acuti lasciamoli al melodramma settecentesco, please!) ma di gran valore. Ambra Angiolini non sarà il carisma fatto a persona, ma ruba la scena a tutti vincendo la competizione con le armi della semplicità e della volontà di non strafare, interpretando il personaggio di sé stessa con passabile convinzione, anche nelle canzoni. Sabrina Salerno è più legata nella recitazione ma canta con energia. Il travestito Domenico di Vladimir Luxuria a mio parere non ha la verve giusta nè la carica dirompente che possiedono suoi "colleghi" più blasonati come Edwig o Angel. Inoltre la sua voce è alquanto sgradevole. Incredibile a dirsi però lo show funziona, ha un che di Grande Fratello che piace, ha ragazze carine e interessanti fusti. Ma soprattutto ha sana freschezza, buon ritmo, tanta simpatia. Non lo definirei uno spettacolo teatrale, ma è un grosso complimento il mio, se per teatro intediamo oscuro intellettualismo, ricerca "per spettatore solo", Pirandello senz'anima, o l'ennesima Traviata che verrà ricordata perchè "Violetta muore vestita di rosso" o ancora l'ultimo polveroso musical-revival. E cosa importa se qui la qualità complessiva non va oltre il 6-, se la scenografia è assai statica tranne un balcone che si innalza di ben 15 centimetri: il pubblico si è divertito, si è sentito a casa sua, ha riconosciuto nei personaggi i propri amici, nelle storie un po' della propria vita.

Certo, tornando al quesito iniziale non si può dire che Emozioni abbia vinto la sfida di creare con le canzoni di Battisti uno show coerente e omogeneo, né che sia riuscito a dipingere un credibile affresco generazionale. Tutto è così di maniera, aff(r)ettato, prevedibile, finanche l'amore omosessuale con i suoi battibecchi disneyani e il finale solo sulla carta imprevedibile. I personaggi sono poco approfonditi e non si va oltre il bozzettismo vanziniano e un neo-yuppismo berlusconiano che, spero, non rappresenti in maniera efficace il "come siamo oggi". Per quanto riguarda le ambizioni melodrammatiche no, Battisti non è Verdi, Mogol non è Piave. L'utilizzo teatrale delle loro canzoni, tranne qualche raro caso in cui queste si adattano perfettamente al contesto, non produce altro che profumo di Revival alla Limiti, citazionismo alla Cavalli Marci. Complici anche i nuovi arrangiamenti, quando va bene banalizzazioni modernistiche da piano bar, quando va male assurdi stravolgimenti (Viaggiare Rap è perlomeno indegno). Resta quindi la perplessità di un musical per certi versi piacevole e per altri assai carente. Ma potremmo dire, parafrasando Lucio, "Prendiamolo così, non possiamo farne un dramma".

Franco Travaglio

TORNA SU

EMOZIONI

Emozioni, sì, proprio quelle.

Sono ormai passati 11 anni da quando per la prima volta sono entrato in un teatro dove era in scena un musical. A quel tempo avevo solo sentito qualche brano qua e là senza avere la minima idea di cosa significasse la parola 'musical'.

Per primo vidi "Song and Dance" ed il giorno dopo "Cats" e "The Phantom of the Opera".

Emozioni, ecco cosa significava musical. Emozioni a fior di pelle.


Credeteci o non credeteci, erano anni (in Italia, ovvio) che non uscivo da uno spettacolo con tanta energia e voglia di vivere: soddisfatto culturalmente, divertito e moralmente appagato.

EMOZIONI: una rivelazione.

Un musical (un bio-musical per essere precisi) confezionato bene, che funziona dall'inizio alla fine. Performer giovani e capaci e tre personaggi famosi che fanno il loro lavoro senza opportunismo o trucchetti di dubbio gusto.


Ambra se la cava bene, ha un ruolo solo sulla carta da protagonista (e questo fa benissimo al musical che si presenta come un ottimo lavoro di gruppo) e si trova quindi ad affrontare brani, dialoghi e coreografie alla sua altezza ed il risultato è eccellente.

Ricordate! Il musical non è un espositore di tecniche: il musical deve FUNZIONARE, ecco tutto.


Quindi, brava Ambra, emozionante nella recitazione, più che bene nel canto e piacevole nelle semplici coreografie.

Vladimir Luxuria ha un personaggio che gli calza a pennello e che interviene al posto giusto nel modo giusto e perfettamente a tempo con il veloce ritmo che tutto il musical presenta dall'inizio alla fine.


Infine, ma prima della classe: Sabrina Salerno. Una gran voce. POCHI, POCHI, POCHI dei tanti (presunti) performer delle produzioni di 10 anni di musical in Italia hanno mostrato una buona presenza scenica ed un voce così incisiva. Bene!


Ho avuto il piacere di incontrare il cast ed aggiungo che ho trovato le suddette tre V.I.P. anche molto modeste.....piene di energia e senza presunzione.


Bene, dopo aver esaltato questo raro comportamento di persone dal nome famoso, parliamo del resto del cast: ottimo. Alcune voci davvero belle, altre meno ma nel complesso tutto vissuto molto bene. Deboli nell'uso del corpo. La recitazione era un po' amatoriale, ma molto intensa.

EMOZIONI, emoziona.

La musica di Battisti si rivela teatrale ad un livello che non avrei mai creduto e chi è in scena riesce a dargli una vita tutta nuova.


Per concludere: Sergio Japino alla regia è eccellente. Il ritmo del musical era quasi perfetto, solo un paio di cadute all'inizio del secondo tempo; ma già ho saputo che sono previste modifiche.

Benissimo luci, scenografia e audio.

Ancora una volta: EMOZIONI, emoziona.


Finalmente posso uscire da un teatro soddisfatto, più carico di quando sono entrato e grato a tutti di aver fatto un buon lavoro.

Marco D. Bellucci

TORNA SU

TORNA A EMOZIONI