STORIA D'AMORE E D'ANARCHIA

Inizialmente inserito nei cartelloni di prosa di questa stagione senza nessuna menzione al suo lato musicale, la STORIA D’AMORE E D’ANARCHIA di Lina Wertmüller ha gradualmente creato un crescente interesse in tutti gli appassionati del genere, per essere stato in seguito descritto e pubblicizzato come un nuovo musical. Personalmente mi sono avvicinata a questa pièce con un atteggiamento di diffidente curiosità e ho scoperto con grande soddisfazione una bella commedia musicale, struggente nei contenuti e innovativamente intensa nella sua parte musicale.

La commedia era stata scritta dalla signora Wertmüller originariamente per il teatro e poi trasposta cinematograficamente nel 1973 nel famoso “Film d’amore e d’anarchia”. Ripresa oggi con la stessa storia e i medesimi personaggi, per una scelta della sua ideatrice e regista è modernamente diventata “musicale” perché le musiche della colonna sonora originale di Nino Rota ben si prestavano ad accompagnare e commentare anche i quadri di questa versione sul palcoscenico. La STORIA è composta di 26 brani, del già citato Rota e di Italo Greco e Lucio Gregoretti. Eseguiti dal vivo da Cinzia Gangarella, la musicista che accompagna gli interpreti nell’ouverture con la chitarra e poi per tutto il tempo con il pianoforte sistemato sul palco, concedendosi un’unica esecuzione di fisarmonica.

Il risultato è suggestivo e straordinariamente vero. Di grande presa alcuni ritmati ritornelli come nella “Storia delle puttane” o “Mai fidarsi delle puttane”. Commovente la “Ninna nanna”. Bellissima quanto suggestiva la storia raccontata dalle prostitute in “Uomo”, grande prova canora di 4 attrici che si cimentano con visibile sentimento e ottimo risultato: le quattro “prostitute” Anita Pititto, Silvia Annichiarico, Veronica Milaneschi e Francesca Piazza. Il pezzo è poi ripreso con intensità dalla protagonista, una Giuliana De Sio appassionata e appassionante, straordinaria interprete, confermata attrice di immenso talento, donna davvero bellissima, professionista che si mette in gioco con una prova (canora) che pur non facendo parte del suo campo solito d’azione, supera con successo sopperendo dove l’estensione delle sue corde non le concede di arrivare con un’espressività e un’interpretazione difficilmente riscontrabili in più dotate cantanti.

La storia è la stessa del celebre FILM, ambientata negli anni ’30, in pieno regime fascista. Un ingenuo contadino lombardo (un sorprendente Elio “delle Storie Tese”) assiste all’assassinio di un caro amico anarchico e col desiderio di vendicarlo si reca a Roma per prendere più o meno inconsapevolmente il suo posto e uccidere Benito Mussolini. Qui, in un bordello di lusso, la Maison di madame Aida (una splendida Solvejc D’Assunta), base degli anarchici è la più gettonata prostituta del casino, la rossa Giuliana De Sio/Salomé che a differenza della Salomé cinematografica non parla bolognese ma molto più efficacemente napoletano. Tunin viene presentato come suo cugino e spaesato dall’ambiente si innamora ricambiato della giovanissima prostituta Tripolina (Gabriella Pession). Due animi puri, due personaggi uniti nella ingenua semplicità che il destino sadicamente si divertirà a intrappolare in un verghiano epilogo di sconfitta.

La scena è fissa sulla maison di Madame Aida e il bordello è meravigliosamente rappresentato da una scenografia pericolosamente bella e innovativa. Una simbolica scalinata che conduce i protagonisti nelle due direzioni, nella ripida salita delle passioni e nella discesa altrettanto ripida delle disillusioni; completamente nera, infiorata di eccentriche e pacchiane (come un’ambientazione simile ci si aspetta che sia) decorazioni di rose scarlatte. Autore di questa e dei costumi, Enrico Job; mago delle luci, Iuraj Saleri.

Mimma De Felicis

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