"PICCOLA BOTTEGA", HUMOR NERO IN MUSICAL

Ho fame! Datemi cibo! Fameeee!
Audrey II troneggia sul palcoscenico, aumenta a dismisura, si agita, spalanca le fauci e inghiotte gli sprovveduti che le capitano a tiro. Dopotutto è una pianta carnivora... Con il debutto della "Piccola Bottega degli Orrori", l'estate triestina ha offerto al pubblico del Festival Internazionale dell'Operetta un'altra chicca firmata Marconi-Rancia, un altro gioiello di perfezione scenica, di trovate esilaranti, di musica orecchiabile e di voci brillanti.
E non poteva essere altrimenti, avendo a disposizione Manuel Frattini, Rossana Casale e Carlo Reali nei ruoli principali, tre brave interpreti (Barbara Comi, Stella Rotondaro e Francesca Tourè) e Felice Casciano in quelli secondari.
Fu proprio con la "Bottega", nata come film di Roger Corman e trasformato in musical "cult" da Howard Ashman e Alan Menken - i disneyani incalliti già li conoscono per "La Sirenetta" e "La Bella e la Bestia" - che la Compagnia della Rancia compì quel salto, nel 1988, che la portò alla ribalta dei palcoscenici italiani con la via nazionale al musical.
Tre anni di tournee, riconoscimenti, applausi a non finire, e la conferma che anche nel nostro Paese c'era voglia di musical "come lo fanno gli americani": e cioè canto dal vivo, cambi a vista, professionalità e spirito di sacrificio. Ingredienti che poi portarono ai vari "A Chorus Line", "Dolci vizi al foro", "Cabaret", "West Side Story", "Cantando sotto la pioggia", fino ai trionfi di "Grease" e "Hello, Dolly!".
Oggi la nuova versione della "Bottega", riveduta e corretta, è un musical ricco di effetti speciali, di sorprese, dove si ride, si batte il tempo a ritmo di rock e la suspense non manca. Perché Audrey II, la piantina carnivora capace di realizzare tutti i desideri del suo proprietario, è un vegetale-umano ingordo, bugiardo, furbo, violento e... insaziabile. Per far tutto ciò, e crescere a dismisura sotto gli occhi degli spettatori, Audrey II deve cibarsi di carne umana, naturalmente. E lo farà, lo farà...
Manuel Frattini è Seymour, l'imbranato commesso di una piccola fioreria newyorchese segretamente innamorato di Audrey, una ritrovata Rossana Casale che ha smesso i panni marylineggianti de "A qualcuno piace caldo", l'altra avvenente commessa che deve fare i conti con un fidanzato dentista particolarmente sadico e manesco (Orin, interpretato "sopra le righe" da Felice Casciano). Seymour coltiva una misteriosa pianticella, spuntata appunto durante una eclissi di sole, che ha la strabiliante capacità di attirare clienti e salvare la bottega - guidata da Carlo Reali in splendida forma, nel ruolo di Mushnik - dal fallimento.
Ma, ahimé, presto la piantina si rivela a Seymour per quello che è: una vorace e sanguinaria macchina esaudisci-desideri che chiede in cambio solo sangue umano. La prima vittima sarà proprio Orin, fatto a pezzetti da Seymour e dato in pasto a Audrey II (che, a proposito, si chiama così in onore di Audrey-Rossana Casale).
Un desiderio dietro l'altro e Seymour si ritrova ben presto ricco, famoso e conteso da giornali e tv. Ma Mushink sembra capire il legame tra la pianta, la sparizione di Orin, il successo di Seymour... e così, in una incredibile sequenza a scena aperta, Audrey II spalanca le enormi fauci e si inghiotte il povero Carlo Reali, per salvare il suo protetto e sé stessa. Sempre più insaziabile, votata alla conquista della Terra, Audrey II - in un momento particolarmente struggente - inghiotte la stessa Rossana Casale, che si sacrifica per essere sempre vicino a Seymour, dopo essersi accorta di amarlo. E, alla fine, lo stesso Seymour, deciso a uccidere la pianta.
A fare da filo conduttore, narrando gli avvenimenti stando dentro e fuori il racconto, le già citate Barbara Comi, Stella Rotondaro e Francesca Tourè. Giancarlo Mancini tratteggia con colori cupi uno scenario newyorchese un po' claustrofobico, sullo sfondo di una skyline con tanto di metropolitana sferragliante. I costumi di Zaira de Vincentiis, in perfetto stile anni Cinquanta, si confermano ancora una volta azzeccati e psichedelici quanto basta.
Da evidenziare le performance nascoste di Benito Madonia e Luigi Masini, rispettivamente voce e animazione di Audrey II, e la piccola orchestra rigorosamente dal vivo. Dopo i trionfi e i "tutto esaurito" del precedente "Grease", la Compagnia della Rancia fa di nuovo centro con questo musical atipico, privo di coreografie spettacolari ma zeppo di humor nero e piacevoli melodie. Sarà stata la calura agostana e il titolo non troppo conosciuto, sebbene sia un piccolo "cult", a non richiamare folle oceaniche alle repliche della "Bottega". Applausi e ovazioni ai protagonisti non sono mancate. Lo spettacolo, da ottobre, sarà in tournée in giro per l'Italia.

Francesco Moretti

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